Il termine grattacielo, calco dell'inglese skyscraper utilizzato già nel Settecento in riferimento agli alti alberi maestri che reggevano le vele nelle navi inglesi, entrò in uso nella seconda metà del XIX secolo per indicare un tipo edilizio, eminentemente americano, caratterizzato da uno sviluppo in altezza molto marcato. Figlio della sfrenata industrializzazione e dell'evoluzione delle tecniche costruttive, della concentrazione urbana nella metropoli e dello sfruttamento intensivo di aree di minima ampiezza e ad alto valore commerciale, dell'affermazione dell’imprenditoria in un contesto capitalistico in cui vi era l'esigenza di creare nuclei direzionali di dimensioni sempre più ampie, il grattacielo americano è presto diventato simbolo del potere economico e della speculazione edilizia, e al tempo stesso monumento glorioso alla sfida tecnologica, alla conquista del record in altezza nonché indiscutibile elemento di rinnovamento degli spazi urbani e della rigenerazione degli stessi. Esso compendia dunque in sé le istanze del suo tempo, accezioni positive e negative proprie della civiltà industriale, amplificandole con un effetto di eccezionalità e avvitandole a significati rintracciabili episodicamente nel passato. La ricerca di una slanciata verticalità, di una forte tensione verso l’alto, è infatti già presente dall’antichità; si pensi alla mitica torre di Babele, al Colosso di Rodi, alla duplicità delle torri medievali, elementi di difesa e simboli di potere e ricchezza delle famiglie dominanti; ai campanili e alle svettanti cattedrali gotiche, che celebravano la religiosità e l'operosità dell'uomo. In varie epoche, l'innata aspirazione umana a raggiungere altezze elevate ha portato alla costruzione di strutture sempre più imponenti e tecnologicamente avanzate, tall buildings che incarnano il progresso venendo incontro alla sostenibilità e alle esigenze funzionali, diventando, piano dopo piano, dei veri e propri landmark della metropoli contemporanea.
Scrisse Louis Sullivan in Considerazioni sull’arte degli edifici alti per uffici, articolo pubblicato sul Lippincott’s Magazine del marzo 1896:
Dobbiamo ora dare ascolto alla voce imperiosa delle emozioni. Qual è, ci domanda la voce, la caratteristica principale dei grandi edifici per uffici? Subito rispondiamo: l’altezza. Questa altezza rappresenta, per la natura di un artista, l’aspetto entusiasmante, il più libero suono d'organo nel suo fascino. Deve rappresentare di volta in volta l’accordo dominante nell’espressione che l'artista gli conferisce, il vero stimolo della sua immaginazione. Un simile edificio deve essere alto, alto in ogni suo pollice, deve avere la forza e il potere dell'altezza, la gloria e l'orgoglio dell’innalzarsi, dev'essere in ogni suo pollice una cosa orgogliosa e librata, che si innalza piena d'esultanza perché rappresenta, da cima a fondo, un'unità senza una sola linea dissonante: perché è la nuova, l'inattesa, l’eloquente perorazione di condizioni più disadorne, più solenni, più severe.
📗 Capitoli
(00:00) Introduzione
(03:35) Chicago e l’evoluzione tecnologica
(08:18) La Scuola di Chicago
(20:13) New York e il Regional Plan del 1916
(21:44) Mies a New York e Chicago
(23:41) Una questione di stile
(26:44) I colossi di New York e l'avvento dell'international style
(29:11) Dagli anni Ottanta
(31:26) Sfida in altezza
(33:12) Il convegno Tall Buildings di Guamari
🎞 Video podcast
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📚 Fonti
Instant Architettura Contemporanea, Maria Chiara Virgili, Gribaudo, 2022; Architettura del XX secolo (vol. 1), Peter Gössel e Gabriele Leuthäuser, Taschen, 2006; L’architettura moderna dal 1900, William J. R. Curtis, Phaidon, 2006; Enciclopedia dell'architettura (Le Garzantine Architettura), AA.VV., Garzanti, 2001; Storia dell’architettura occidentale (terza edizone), David Watkin, Zanichelli, 2007; Storia dell’architettura moderna, Leonardo Benevolo, Editori Laterza, 1999; Il Cricco Di Teodoro. Itinerari nella città (ediz. gialla), Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Zanichelli Scuola, 2015.
🖼 In copertina i grattacieli di Chicago: foto Erol Ahmed via Unsplash. Immagini del video via picryl.com, unsplash.com e commons.wikimedia.org
🔎 Per approfondire
ℹ️ Per saperne di più
Dai primi passi compiuti nel XIX secolo, quando città come Chicago e New York iniziarono a sollevare le loro prime torri verso il cielo, sino alle sfide contemporanee in Italia e all’estero, cinque puntate speciali raccontano come gli edifici alti non solo abbiano trasformato gli skyline delle città, ma abbiano anche giocato un ruolo cruciale nella rigenerazione urbana. Tall Buildings è la serie di episodi di Dannati Architetti, realizzata in collaborazione con Guamari, società di ricerca che ogni anno organizza il convegno italiano internazionale omonimo, e dedicata alla storia e alla progettazione dei grattacieli.
🌐 Il sito web di Guamari
🌐 Il convegno Tall Buildings
🌐 Guamari su Instagram
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