La pazza casa tutta rettangoli
Progettata da Paul Rudolph secondo i principi del Sarasota Modern, la Milam Residence, iconica dimora fronte oceano appollaiata sulle dune di Ponte Vedra, in Florida, torna a nuova vita.

“The crazy house of rectangles”. Viene indicata così, sulle carte nautiche locali, la casa sulla spiaggia progettata da Paul Rudolph nel 1960 per Arthur e Teresa Milam, appena fuori Jacksonville, in Florida. Segno che ancora oggi non passi inosservata … figurarsi all’epoca! Quando la rivista Architectural Record la inserì tra le Record houses of 1963 (Mid-May 1963 Issue), la Milam Residence figurava come “la casa scolpita in blocchi di cemento”, simbolo di una nuova libertà architettonica che combinava la funzionalità a un design - appunto - scultoreo. I tradizionali confini domestici, segnati da porte, pareti e complementi mobili, erano infatti stati ridotti al minimo sindacale dal progettista, e sostituiti da soluzioni integrate, come armadi a muro e spine d’arredo fisse, che definivano tre living aperti convergenti in un unico grande ambiente. Le variazioni nelle altezze dei soffitti in intonaco acustico, unitamente alla disposizione dei pavimenti su sette quote differenti (rifiniti in terrazzo e parquet), contribuivano a dare vita a una sequenza di spazi ariosi, fluidi e dinamici, dove trovano collocazione la zona pranzo, il camino, l’angolo lettura e il salotto incassato con sedute costituite da unità imbottite. Il corridoio, che collegava le camere da letto al piano superiore, con affaccio sulla sala sottostante a doppia altezza, rendeva lo dimora ancora più affascinante; la complessità degli interni si rifletteva infine nelle articolate facciate esterne, svuotate da ampie vetrate e caratterizzate da una composizione di macroscopici rettangoli in cemento color sabbia.









La Milam Residence su Google Maps
Organizzata intorno a un cortile centrale con piscina, la casa era molto spaziosa, convenientemente organizzata, dotata di impianto di condizionamento (al tempo una rarità) e rifinita con tonalità sobrie e decorazioni minimaliste. Architectural Record riportò, nell’edizione sopra citata, anche alcuni virgolettati della proprietà, che la acquistò alla cifra di 88.074 $:
La amiamo moltissimo. Esternamente è come una bellissima scultura che si fonde armoniosamente con l’oceano, le dune e la spiaggia circostanti. All’interno è molto accogliente. Le altezze variabili dei soffitti, le diverse vedute e i differenti livelli del pavimento la rendono sempre interessante e varia.
La Milam Residence è del resto figlia del suo tempo, retaggio del cosiddetto Sarasota Modern, regional style che prese piede - proprio sulla scia dei lavori di Twitchell e Rudolph - nella Central West Florida tra il 1941 e il 1966, e che prediligeva l’utilizzo di strutture a pianta aperta, caratterizzate da ampie finestre e griglie geometriche, progettate per reindirizzare la luce e la ventilazione naturali e rispondere così alle esigenze specifiche del clima locale.





Paul Rudolph descrisse la Milam Residence in una pubblicazione del 1970:
L’organizzazione spaziale ha sostituito quella puramente strutturale. Pavimenti e pareti si estendono in forme elaborate verso l’esterno, rendendo la facciata una sorta di specchio dello spazio interno. I brise-soleil fungono anche da montanti per il vetro, trasformando la parete esterna in una serie di profonde aperture riempite unicamente da vetro. L’eccezionale paesaggio selvaggio della Florida, a 60 piedi sopra l’Oceano Atlantico, costituisce un contrappunto alla geometria della struttura.
A riprendere questo commento in Transformations in Modern Architecture (volume pubblicato, in seguito all’omonima mostra al MomA, nel 1979) fu Arthur Drexler, il quale evidenziò alcune somiglianze con il lavoro dei New York Five, sulla cresta dell’onda negli anni Settanta.
La Milam Residence di Paul Rudolph utilizza il brise-soleil lecorbuseriano su una scala talmente ampia da suggerire la presenza di una stanza dietro ciascuna cornice a forma di scatola, ingrandendo questo elemento con la stessa esuberanza recentemente mostrata dagli architetti che si ispirano alle opere anni Venti di Le Corbusier.





Nel 2017, non immune ai segni del tempo, la Milam Residence è tornata sul mercato immobiliare a seguito della morte di Arthur Milam. Fra le offerte ricevute dalla famiglia, ve ne sono state diverse che prevedevano la drastica demolizione dell’immobile, evidentemente bisognoso di un’importante e onerosa opera di risanamento. Alla fine, a salvare la casa da questo amaro destino - purtroppo toccato a molte opere di Rudolph, fra cui il famoso Burroughs Wellcome Building e gli Shoreline Apartments di Buffalo - e ad acquistarla nel 2020 per 3,45 milioni di dollari, non poteva che essere “un amatore” … nella fattispecie qualcuno del mestiere: Sheila Lee Davies, progettista di Atlanta determinata a preservare il valore storico e architettonico della residenza. “Non ho cercato questa casa, è stata lei a trovare me” ha dichiarato al giornale Town&Country, “strutturalmente, tutto rimarrà invariato. Ho intenzione di riportare la casa alla sua forma originaria e poi capire come viverci. Comprendere cosa funziona e cosa no”. L’intento di Davies è quello di salvaguardare l’integrità del progetto, aggiungendo tuttavia nuovi elementi per rendere la residenza più vivibile, confortevole e adatta agli standard abitativi del XXI secolo, come la sostituzione delle finestre con infissi apribili e vetri anti-uragano.
Un restauro che rappresenta dunque un'opportunità unica per rendere omaggio alla visione di Paul Rudolph e alla sua innovativa concezione di spazio domestico moderno: preludio di una rinnovata esperienza abitativa nella “pazza casa tutta rettangoli" che continua a ispirare e incuriosire ancora oggi.


Paul Marvin Rudolph
(23 ottobre 1918 – 8 agosto 1997)
È stato uno degli architetti più influenti negli Stati Uniti nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale. Nato a Elkton, nel Kentucky, studiò architettura all'Alabama Polytechnic Institute e in seguito presso l’Harvard Graduate School of Design sotto la guida di Walter Gropius, fondatore del Bauhaus, dove ottenne il master in architettura nel 1947. Ottenuta la laurea, iniziò la sua carriera a Sarasota (Florida) collaborando con l'architetto Ralph Twitchell. Insieme, furono precursori della Sarasota School of Architecture o Sarasota Modern, stile modernista “tropicale” noto per l’utilizzo innovativo dei materiali e di semplici volumi in risposta al clima locale. Le ville disegnate insieme al più anziano socio (Denman, Cocoon, Walker, Revere ecc.), pensate per una clientela sofisticata ed esigente, sono tutte accomunate dallo stesso carattere regionale che diverrà poi parte del lessico del modernismo successivo. Nel 1958, Rudolph divenne direttore del Dipartimento di Architettura della Yale University, posizione che mantenne fino al 1965. Durante questo periodo, progettò e realizzò lo Yale Art and Architecture Building (1958-1963), edificio brutalista in cemento armato spazialmente complesso. Oltre a questo edificio e alla Milam House, raccontata nel presente articolo, tra le sue opere più significative si annoverano: la Revere Quality House (1948), la Hiss “Umbrella” Residence (1952), la Riverview High School (1957), la Sarasota High School (ampliamento, 1960), il Boston Government Service Center (1962), l’Endo Pharmaceuticals Building (1962), l’Orange County Government Center (1963), l’University of Massachusetts Dartmouth campus (1963-1980s), la Bass Residence (1966), la Claire T. Carney Library (1972), i Burroughs Wellcome headquarters (1972), la Louis Micheels House (1972), le Tracey Towers (1972), la Niagara Falls Public Library (1974). Tra gli anni '70 e '80, con il declino della popolarità del brutalismo negli Stati Uniti, Rudolph orientò la sua attività verso progetti internazionali, realizzando opere significative in Asia, tra cui il Lippo Centre (1987) a Hong Kong e The Concourse Building a Singapore (redesign, 1987). Paul Rudolph morì l'8 agosto 1997 a New York City.
Fonti e approfondimenti
paulrudolph.institute ; metalocus.es ; whitemad.pl ; eu.jacksonville.com ; townandcountrymag.com ; galeriemagazine.com ; ilgiornaledellarchitettura.com ; it.wikipedia.org